Borragine: alcune cose da sapere


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Va ricordato comunque che le foglie di borragine, per quanto commestibili, devono essere consumate in modeste quantità poiché contengono alcaloidi pirrolizidinici.


Gli alcaloidi pirrolizidinici (PA) costituiscono un gruppo di alcaloidi formalmente derivati della pirrolizidina comprendente composti molto tossici, soprattutto a livello epatico che sono prodotti dalla pianta come meccanismo di difesa contro insetti fitofagi e animali erbivori. i PA presenti nella Borragine sono la licosamina, la amabilina, la supinidina.

 

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Va anche precisato che:  "La borragine (Borago officinalis), da sempre usata come diuretico e per contrastare l’invecchiamento e le infiammazioni cutanee, è una pianta proibita negli integratori alimentari poiché può provocare effetti tossici per la presenza, nelle parti aeree della pianta, di alcaloidi pirrolizidinici, con attività epatotossica, genotossica e carcinogenica. Questi alcaloidi sono assenti nei semi e nell’olio prodotto dai semi, il cui uso è pertanto consentito.

La preoccupazione non è infondata. E’ necessario però fare una distinzione tra le parti dela pianta utilizzabili e quelle no.La BORRAGINE (Borrago officinalis) è una pianta erbacea piuttosto comune e usata in passato dalla medicina popolare come depurativo. Recentemente si è scoperto che la pianta contiene alcaloidi pirrolizidinici, composti chimici effettivamente dannosi per il fegato e coinvolti in meccanismi di formazione dei tumori. Per questo motivo è stata inserita nella “lista nera” del Ministero della Salute, che comprende le piante e i derivati che non possono essere impiegati nel settore degli integratori alimentari. Come viene specificato nelle indicazioni ministeriali, non devono essere usati il fiore, la foglia e la pianta erbacea con fiori di questa pianta. Quello che, al contrario, può essere utilizzato è l’olio, estratto dai semi di BORRAGINE, che è una fonte di acidi grassi polinsaturi. L’olio non contiene alcaloidi ed è inserito nella lista del Ministero della Salute delle piante utilizzabili come ingredienti di integratori alimentari. La BORRAGINE non deve essere nemmeno bevuta sotto forma di succo nè di infuso. Meglio perdere anche l’abitudine, abbastanza diffusa, di inserire i fiori della pianta in colorate insalate di campo.

 

Comunque se in passato qualche volta avete mangiato la BORRAGINE (per esempio i ravioli ripieni ) o vi apprestate a farlo perché l'avete raccolta, non preoccupatevi:

 

Solo l’accumulo costante e massicccio di alcaloidi ha effetti negativi sull’organismo".

 
ALTROCONSUMO N.219 – Ottobre 2008

 

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Se dopo questa lettura vi state chiedendo se sia il caso di mangiarla o meno e le statistiche vi confortano, sappiate che anche le piante di basilico alte 8-10cm possono contenere etil-eugenolo, sostanza cancerogena e che in Liguria i ravioli alla borragine e il pesto alla genovese sono due piatti tipici, nonostante ciò l’aspettativa di vita per i cittadini liguri e fra le migliori in Italia (n.d.r.)


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OCCHIO DURANTE LA RACCOLTA:

C'è una pianta assai simile alla Borragine che al contrario NON è commestibile: La MANDRAGORA.   (vedi foto).

La mandragora, NON commestibile, è una pianta erbacea perenne, alta 5-15 cm, con radice grande, fusiforme, ramificata. La radice di questa pianta – foto a sinistra – ricorda la figura umana, questo ha probabilmente contribuito a far attribuire alla mandragora poteri sovrannaturali in molte tradizioni 

popolari. Foglie prive di peli o quasi, ovato-spatolate, bordo dentellato, tutte radicali.

Fiori solitari, violacei, nascenti alla base della pianta.  Fiorisce in autunno. E’ spontanea in Italia meridionale ed è piuttosto rara. Cresce in campi incolti, aridi, lungo le siepi. La mandragora, come molte Solonaceae, produce nelle sue parti verdi e nei semi alcaloidi tropanici che provocano aumento del ritmo cardiaco, vasodilatazione, inibizione delle secrezioni salivare, gastrica e pancreatica, sudorazione, disorientamento, allucinazioni, delirio, confusione mentale.

La mandragora si distingue dalla borragine per le foglie quasi prive di peli e più piccole, sempre tutte basali: si dice infatti che la mandragora è acaule, cioè manca di fusto.

 

In ogni caso, anche se non si conosce la Mandragora tra le erbe presenti alle Terre di Montenero, si raccomanda la giusta attenzione durante la raccolta della Borragine.


 

 

 

 

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